Disinfestami Adesso DISINFESTA&PROTEGGI

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CERTIFICATO DISINFESTAZIONE E SANIFICAZIONE

Modulistica Hccp infestanti

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Manuale Essenziale per la Gestione delle Infestazioni da Parassiti

HCCP INFESTANTI

HCCP INFESTANTI

LINEE GUIDA PER UN CORRETTO CONTROLLO DELLE INFESTAZIONI DA INSETTI E ANIMALI INDESIDERATI

AUTORI 

Chiara Musella, Alessandro Testa, Alberto Laguzzi, Francesca Piovesan, Giuseppe Sattanino, Roberta Goi, Valentina Marotta, Bartolomeo Griglio

Si ringraziano il settore Ispezione degli alimenti della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e il Museo di Storia Naturale di Carmagnola per la collaborazione prestata.

Edizione del 27/09/2007

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 INDICE

1. INTRODUZIONE

2. AGENDA

3. INSETTI

3.1. INSETTI VOLANTI

3.1.1. LE MOSCHE

3.1.2. CONTROLLO INTEGRATO DELLE MOSCHE

3.2. INSETTI STRISCIANTI

3.2.1. LE BLATTE

3.2.2. RISCHIO SANITARIO E TRATTAMENTI DI DEBLATTIZZAZIONE 3.2.3. LE FORMICHE

3.2.4. GESTIONE DELLE INFESTAZIONI DA FORMICHE

3.3. PARASSITI DELLE DERRATE IMMAGAZZINATE

3.3.1. I COLEOTTERI

3.3.2. I LEPIDOTTERI

3.3.3. LOTTA CONTRO I PARASSITI DELLE DERRATE IMMAGAZZINATE

4. RODITORI

4.1. I RATTI E I TOPI

4.2. CONTROLLO INTEGRATO

5. VOLATILI

5.1. UCCELLI

5.2. MAMMIFERI VOLANTI

5.3. CONTROLLO INTEGRATO

6. LOTTA AGLI INFESTANTI: PREDISPOSIZIONE E VALUTAZIONE DI UN PIANO DI CONTROLLO

7. BIBLIOGRAFIA

8. INDIRIZZIUTILI

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 PRESENTAZIONE

Tra le misure che le imprese devono adottare per garantire elevati livelli di sicurezza delle derrate alimentari un ruolo sicuramente prioritario è attribuito alla lotta ai parassiti.

Topi, mosche, blatte, coleotteri e altri macro e micro parassiti trovano un ambiente favorevole all’interno delle aziende alimentari dove possono svilupparsi causando sia perdite economiche legate al consumo di alimenti ed alla riduzione della conservabilità, sia contaminazioni dovute alla diffusione di germi e miceti e/o alla deposizione di uova, feci, urine, direttamente sui cibi, sulle superfici di lavoro, i recipienti, le attrezzature, ecc....

I nuovi Regolamenti del “Pacchetto igiene” hanno confermato l’importanza della lotta contro i parassiti per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare. In particolare, nel Regolamento CE n. 852/2004 sono individuati degli obblighi per le imprese mentre il Regolamento CE n. 854/2004 art. 4, punto 4, comma f, inserisce la lotta contro i parassiti tra le procedure messe in atto dall’impresa che devono essere oggetto di audit da parte del veterinario ufficiale.

Dall’attività di vigilanza ma anche da colleghi che si occupano di autocontrollo presso le imprese è emersa la necessità di approfondire la tematica della lotta agli infestanti con l’obiettivo di superare la mera conformità documentale acquisendo quelle conoscenza di base in grado di consentire un’effettiva valutazione del rischio presente nelle diverse realtà e l’efficacia delle misure messe in atto per la prevenzione e la gestione.

Dove andare a cercare, cosa cercare, capire cosa significa un riscontro (ad esempio la presenza di un coleottero piuttosto che una blatta) sono elementi di conoscenza indispensabili per identificare i problemi e proporre azioni preventive e correttive adeguate. Per venire incontro a queste esigenze, sulla base delle esperienze del gruppo di lavoro dell’ASL 8 di Chieri (TO) e grazie alla collaborazione di Alberto Laguzzi, un esperto che da anni si occupa con la propria impresa con passione e competenza di lotta agli infestanti sul campo, è stato realizzato questo piccolo vademecum che riporta in modo semplice la biologia dei più diffusi parassiti che si possono trovare nelle nostre imprese e le misure di controllo da adottare che l’AIVEMP ha deciso di proporre quale strumento di aggiornamento e consultazione per il controllore ufficiale ma anche come strumento per l’imprenditore che voglia essere in grado di valutare il lavoro svolto da una ditta esterna o gestire in proprio la lotta ai parassiti.

Bartolomeo Griglio Coordinatore Ce.I.R.S.A. ASL 8 Chieri (TO)

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 1. INTRODUZIONE

Ancora oggi numerosi imprenditori che operano nel settore agro-alimentare considerano il controllo degli insetti e degli animali indesiderati come una componente relativamente poco importante della propria attività e trascurano di inserirlo effettivamente tra i loro compiti o addirittura non lo contemplano affatto. Spesso ciò si verifica perché gli operatori, oltre a non conoscere i rischi specifici legati alla eventuale presenza di infestanti, non hanno avuto tempo o modo di apprendere le opportune strategie richieste per implementare programmi di controllo di animali indesiderati che siano efficaci e proficui. Appare quindi inevitabile che la medesima poca attenzione sia rivolta alla adeguata formazione del personale operante, che nella pratica quotidiana è direttamente coinvolto nell’applicazione di tali misure di controllo.

Gli agenti infestanti sono animali che possono trovarsi in prossimità, sulla superficie o all’interno degli alimenti e costituiscono una fonte di microrganismi in grado di diffondere tossinfezioni o intossicazioni alimentari; per tale ragione è previsto dalla normativa vigente che questi siano tenuti lontani, mediante adeguati piani di lotta e controllo, da tutti locali destinati alla produzione, confezionamento, distribuzione e deposito di alimenti.

Gli agenti infestanti più comuni sono:

1) Roditori: ratti e topi;

2) Insetti: mosche, vespe, scarafaggi, pidocchi, formiche; 3) Uccelli: soprattutto piccioni e passeri;

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Questo manuale si propone di affrontare l’argomento con un approccio sistematico, fornendo gli strumenti per avviare, implementare, ottimizzare, mantenere effettivo e valutare un piano di controllo degli animali infestanti.

Una lettura attenta fornirà una conoscenza sufficiente a realizzare programmi di controllo.

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 2. AGENDA

IL PROBLEMA: AGENTI INFESTANTI

• Caratteristiche generali e specie-specifiche e loro implicazioni nell’attività di

controllo.

LA SOLUZIONE: GESTIONE INTEGRATA DEGLI AGENTI INFESTANTI

• Ottimizzare il controllo attraverso l’applicazione sistematica di conoscenze

entomologiche e biologiche.

VANTAGGI

Apprendere la gestione integrata degli agenti infestanti permette di:

• Avere alimenti più sicuri

• Fornire un servizio migliore e aumentare il reddito;

• Acquisire un vantaggio competitivo per l’acquisizione e il mantenimento di nuovi

clienti;

• Evitare il diffondersi di malattie;

• Evitare la perdita di clientela;

• Evitare la perdita di materiali;

• Evitare danni provocati dal rosicchiamento, da parte dei roditori, di cavi elettrici o di

tubazioni;

• Rispettare le disposizioni di legge (i locali di vendita che costituiscono un pericolo

per la salute pubblica, ad esempio per la presenza di roditori, possono venire chiusi dalle Autorità Competenti).

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 3. INSETTI

3.1 INSETTI VOLANTI

 3.1.1. LE MOSCHE

• Ordine: Diptera

• Mosche come vettori meccanici

• Ciclo biologico

• Specie comunemente incontrate

L’ORDINE DIPTERA

• DI: Due – PTERA: Ali

• Classe: Insetti

• Phylum: Artropodi

• Sono comprese mosche, zanzare, moscerini, ecc..

• 120.000 specie conosciute su 1.000.000 stimate.

• Raggruppate in circa 10.000 generi a loro volta raggruppati in circa 188 famiglie.

• Uno dei quattro gruppi più numerosi di organismi viventi.

• Componente maggiore di tutti gli ecosistemi non marini. Solo in Artide e Antartide

non ci sono mosche.

• Alcuni sono importanti animali da esperimento (Drosophila) e agenti di controllo

biologico per erbe infestanti e altri insetti.

• Notevole impatto economico legato alla loro contaminazione dei cibi e alla

diffusione di malattie.

LE MOSCHE COME VETTORI MECCANICI

Vettore meccanico: Trasmette un patogeno (organismo che causa una malattia) che non dipende dal vettore per la riproduzione o lo sviluppo.

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Le mosche si sviluppano e si nutrono su materiali ricchi di patogeni virali, batterici e parassitari.

Diversi esperimenti dimostrano che più di 100 differenti specie di patogeni possono sopravvivere sulla superficie esterna delle mosche, nel loro apparato digerente e nell’emolinfa.

Le mosche producono enzimi per sciogliere il loro alimento e defecano spesso mentre si nutrono, depositando patogeni attraverso le loro ghiandole salivari e il loro apparato gastro-intestinale, oltre a quelli lasciati per contatto.

Le mosche sono implicate nella trasmissione di almeno 65 malattie umane e animali

Dodici specie di mosche sono documentate in letteratura scientifica come ripetutamente associate a patogeni responsabili di tossinfezione alimentare come E.Coli, Salmonella e Shigella.

 La “sporca dozzina” di specie proviene da tre famiglie: mosche della frutta, mosche domestiche e mosche della carne.

 Altre sono implicate in malattie umane.(togliere)

 Tenere delle registrazioni contenenti il conteggio delle specie individuate può essere

un utile strumento, per le industrie alimentari, per gestire il rischio di malattia derivante

da una infestazione.

 Le abitudini malsane e il continuo movimento delle mosche le rendono uno dei

principali problemi di malattia alimentare, più di tutti gli altri infestanti combinati insieme

 L’interesse e la cooperazione degli operatori aumenterà se essi saranno consci del fatto che le mosche non sono solo un problema estetico, ma un pericoloso vettore

meccanico di malattia.

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CICLO BIOLOGICO

• Tutti i ditteri subiscono una metamorfosi completa (sviluppo da uovo a larva a pupa ad adulto) – Fig.1.

• Questo ciclo può essere completato in appena 8-10 giorni dando vita a 3 generazioni ogni mese caldo con una media di 9 generazioni per estate.

• Le misure di controllo durante le fasi di uovo, larva e pupa sono le più efficienti dal momento che la popolazione è concentrata all’interno di un’area limitata e inoltre completamente o relativamente immobile.

  UOVO
LARVA

• Praticamente invulnerabile agli insetticidi.

• Immobile per 12-24h fino a quando la larva non comincia ad emergere.

• Color crema, priva di zampe e senza un capo riconoscibile.

• Vive in detriti organici del terreno, piante in vaso, vegetazione

marcescente e animali in putrefazione.

• Tre stadi di crescita separati da mute determinano le dimensioni

dell’adulto.

• Evita la luce.

• Striscia in un ambiente asciutto, non lontano dall’area in cui si nutre, per

diventare pupa.

• Trascorre 4 giorni in uno stadio pre-pupale o migratorio prima di

diventare pupa.

• Occorrono almeno 3 giorni perché diventi pupa.

Fig.1 – Ciclo biologico della mosca

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        • PUPA ADELTA


        • Simile a un seme di color marrone in cui si sviluppa l’adulto.

        • Stazionaria, non si alimenta.

        • Praticamente invulnerabile agli insetticidi.

        • Occorrono almeno 3 giorni prima che l’adulto emerga dal vecchio

        involucro larvale e di pupa.

        • Si spinge fuori dalla pupa attraverso la contrazione di un organo simile alla vescica localizzato sul capo.

        • Apparato boccale privo di mandibole, adatto a succhiare o assorbire.

        • Utilizza enzimi rigurgitati per sciogliere i cibi solidi.

        • Si alimenta su escrementi, immondizia, liquame, animali morti, materiale

        organico in putrefazione e alimenti per l’uomo.

        • 2 – 24h: estende le ali.

        • 18 – 30h: in grado di accoppiarsi.

        • 4 – 8 gg: in grado di deporre uova.

        • Generalmente depone le uova in materiale organico umido e in

        putrefazione.

        • Può deporre grappoli di 75 – 150 uova ogni 3 o 4 giorni.

        • Durante il suo ciclo vitale produce una media di 500-600 uova ma può

        produrne più di 2000.

        • L’elevata capacità riproduttiva unita ad un’ampia variabilità genetica gli

        consente di sviluppare una resistenza agli insetticidi.

        • Sopravvive circa 1 mese.

        • E’ attratto da cibo, umidità, odori, luce, contrasti visivi e strutturali, colori,

        ripari da eventi atmosferici.

        • Presenta fototropismo (attrazione per la luce) che è massimo alla

        lunghezza UV di 365 nm (utilizzata per le trappole)

            SPECIE COMUNEMENTE INCONTRATE
        IDENTIFICAZIONE:

        L’identificazione delle varie specie di mosche permette di conoscere:

        • La localizzazione delle zone di deposizione e procreazione e di conseguenza il dispiegamento di trappole o agenti chimici.

        • Tipi di trappole, esche, feromoni, o agenti chimici da impiegare.

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        MOSCA DOMESTICA (musca domestica)

        • Specie più comune ed abbondante.

        • In grado di volare per un paio di km o più.

        • Rappresenta uno dei principali problemi economici per i

        prodotti lattiero-caseari come vettore di mastite.

        • Prolifica soprattutto all’esterno su feci animali, immondizia,

        materiale organico in putrefazione.

        MOSCA DELLA CARNE (Sarcophaga spp.)

        • Simile alla mosca domestica ma più grande.

        • Prolifica soprattutto all’esterno su carni e carcasse animali

        • Quando prolifica all’interno predilige carcasse di roditori o

        uccelli morti.

        FAMIGLIA CALLIPHORIDAE (Pollenia rudis)

        • Più grande della mosca domestica.

        • Parassita dei vermi di terra.

        • Prolifica all’esterno in prati e campi.

        • Si introduce negli edifici in autunno per ibernare.

        MOSCONE DELLE CARNI (Calliphora vomitoria)

        • Colore blu/verde metallico.

        • Fra le prime a posarsi sulle carcasse in decomposizione.

        • Prolifica più spesso all’esterno in contenitori

        dell’immondizia (il luogo più frequente in cui si possono trovare le larve) oppure all’interno su roditori o uccelli morti, su vegetali marci in dispensa o immondizia trascurata.

        FAMIGLIA PHORIDAE (Megaselia spp.)

        • Specie più frequente nelle cucine dei ristoranti.

        • Ampia varietà di siti riproduttivi: fogne, canali di scarico rotti, contenitori dell’immondizia, carne e vegetali in decomposizione, terreni di piante in vaso eccessivamente

        irrigati, fiori freschi in vaso, scope sporche, feci animali.

        • Le azioni di controllo prevedono l’uso di protezioni per fognature, aperture del pavimento e aperture per il ricircolo

        dell’aria.

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        FAMIGLIA DROSOPHILIDAE (Drosophila Spp.)

        • Gli adulti sono delle minuscole mosche di circa 3 mm, con grandi occhi rossi; sono attratti dalla luce.

        • Le larve di forma conica si sviluppano sulla superficie dei materiali in fermentazione.

        • Il ciclo dura 15 giorni in condizioni ottimali e si possono avere fino a 20 generazioni in un anno.

        • Possono chiamarsi in diversi modi a seconda delle sostanze attaccate: moscerini della frutta, dell’aceto, del vino, del mosto, ecc..

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        3.1.2. CONTROLLO INTEGRATO DELLE MOSCHE A. OPERAZIONI PRELIMINARI

        RACCOLTA DEI CAMPIONI

        • Una raccolta iniziale di campioni può essere effettuata senza grosse spese utilizzando esche adesive, trappole a vibrazione o esche morte sui davanzali.

        • Per attirare gli insetti può essere utilizzato aceto, banane o mele. I feromoni possono essere efficaci per alcune specie.

        • Per ottenere un controllo efficace e raccogliere maggiori informazioni occorrerebbe disporre di trappole luminose da piazzare nelle aree critiche.

        IDENTIFICAZIONE DELLE SPECIE PRESENTI E DELLE AREE DI MAGGIORE ATTIVITA’

        • Effettuare una stima preliminare della distribuzione spaziale e della gravità dell’infestazione per ogni specie.

        ASSEGNARE DELLE PRIORITA’ DI ISPEZIONE ALLE AREE SULLA BASE DEI RISULTATI DEL MONITORAGGIO

        • Le abitudini e la distribuzione spaziale delle varie specie dovrebbero suggerire le aree prioritarie da ispezionare per la sanificazione e la risoluzione dei problemi.

        B. PREVENZIONE

        FONTI DI ATTRAZIONE

        Potenziali fonti di nutrimento per adulti e femmine in deposizione

        • Accumuli di particelle di cibo in fessure nelle aree di lavorazione, cottura, servizio e consumo.

        • Frammenti e particelle di cibo dietro e sotto le attrezzature.

        • Alimenti non correttamente conservati.

        • Aree e contenitori per rifiuti non adeguatamente sanificati.

        • Fognature e tubi di scarico non adeguatamente protetti.

        • Sangue ristagnante negli scarichi nelle aree di lavorazione delle carni. - 13 -

                

        Siti di

        • • • • • •

        Illuminazione esterna e interna o trappole per insetti luminose orientate verso le entrate.

        riproduzione esterni

        Applicazioni agricole di letame.

        Residui di fertilizzanti.

        Frutta, verdura e sottoprodotti scartati dagli imballi. Erba concimata e foglie potate.

        Mucchi di terra.

        Pollai, porcilaie, granai, mangimifici o zoo adiacenti.

        • Residui su utensili riciclabili.

        • Attrezzature per alimenti difficili da pulire.

        • Trappole trascurate contenenti roditori o insetti in decomposizione.

        • Vasi per piante eccessivamente annaffiati o marce.

        • Vaschette di scarico per refrigeratori.

        • Fessure verticali.

        • Pozze di condensa sotto i refrigeratori.

        • Detriti organici e vegetazione esterna. Sono inoltre attratte da:

        MINIMIZZARE LE FONTI DI ATTRAZIONE Sanificazione: aree rifiuti

        • Pulire i contenitori dell’immondizia.

        • Utilizzare contenitori per rifiuti con coperchi idonei.

        • Utilizzare sacchetti di plastica per pattumiere sigillabili.

        • Rimuovere regolarmente i residui accumulati nelle fessure dei contenitori per l’immondizia.

        • Pulire e disinfettare i locali per l’immondizia con cadenza settimanale.

        • Pianificare una regolare pulizia ad alta pressione o con l’uso di vapore dei locali,

        contenitori e attrezzature a contatto con rifiuti.

        • Ispezionare e pulire i residui sul fondo e dietro i contenitori dei rifiuti con cadenza settimanale.

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        • Interrare, eliminare o disperdere le feci animali all’esterno ad essiccare (le larve necessitano di umidità o terreni semi-liquidi per nutrirsi).

        • Incrementare la raccolta dell’immondizia a due volte alla settimana per minimizzare la migrazione di larve.

        • Allontanare il più possibile i contenitori dell’immondizia dai punti di accesso.

        • Assicurarsi che i contenitori per rifiuti restino aperti il meno possibile.

        Sanificazione: aree di manipolazione degli alimenti

        • Mantenere la pulizia di superfici, attrezzature e interstizi.

        • Disporre di contenitori sigillabili per scarti e immondizia. o bevande(togliere).

        • Minimizzare l’esposizione di alimenti.

        • Una pulizia meccanica approfondita di scarichi e attrezzature per alimenti deve essere combinata con l’applicazione di una delle possibili soluzioni biologicamente attive ideate per questo tipo di siti riproduttivi. Trattamenti intensi con candeggina a cadenza settimanale possono essere utili.

        Sanificazione: aree esterne

        • Prosciugare, pavimentare o sigillare le aree dove si accumulano detriti organici.

        • Eliminare i detriti organici e la vegetazione in decomposizione.

        • Mantenere un’adeguata fognatura. Illuminazione

        • Indirizzare l’illuminazione lontano dalle porte.

        • Non piazzare lampade direttamente sopra porte o finestre.(pallino nero!)

        PUNTI DI ACCESSO

        Protezioni o sigilli mancanti/inadeguati/deteriorati per:

        • Porte

        • Finestre • Lucernari • Sfiati

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        MINIMIZZARE I PUNTI DI ACCESSO

        • Dotare di un’adeguata protezione tutte le finestre, le porte di servizio e di entrata, sfiatatoi, lucernari..

        • Favorire il ricambio dell’aria attraverso aperture permanentemente protette piuttosto che attraverso le porte.


        Controllo Efficace degli Infestanti: Guida Completa

         LINEE GUIDA PER UN CORRETTO CONTROLLO DELLE INFESTAZIONI DA INSETTI E ANIMALI INDESIDERATI

        Autori

        Chiara Musella, Alessandro Testa, Alberto Laguzzi, Francesca Piovesan, Giuseppe Sattanino, Roberta Goi, Valentina Marotta, Bartolomeo Griglio

        Si ringraziano il settore Ispezione degli alimenti della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino e il Museo di Storia Naturale di Carmagnola per la collaborazione prestata.

        Edizione del 27/09/2007

                                                -1-


         INDICE

        1. INTRODUZIONE

        2. AGENDA

        3. INSETTI

        3.1. INSETTI VOLANTI

        3.1.1. LE MOSCHE

        3.1.2. CONTROLLO INTEGRATO DELLE MOSCHE

        3.2. INSETTI STRISCIANTI

        3.2.1. LE BLATTE

        3.2.2. RISCHIO SANITARIO E TRATTAMENTI DI DEBLATTIZZAZIONE 3.2.3. LE FORMICHE

        3.2.4. GESTIONE DELLE INFESTAZIONI DA FORMICHE

        3.3. PARASSITI DELLE DERRATE IMMAGAZZINATE

        3.3.1. I COLEOTTERI

        3.3.2. I LEPIDOTTERI

        3.3.3. LOTTA CONTRO I PARASSITI DELLE DERRATE IMMAGAZZINATE

        4. RODITORI

        4.1. I RATTI E I TOPI

        4.2. CONTROLLO INTEGRATO

        5. VOLATILI

        5.1. UCCELLI

        5.2. MAMMIFERI VOLANTI

        5.3. CONTROLLO INTEGRATO

        6. LOTTA AGLI INFESTANTI: PREDISPOSIZIONE E VALUTAZIONE DI UN PIANO DI CONTROLLO

        7. BIBLIOGRAFIA

        8. INDIRIZZIUTILI

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         PRESENTAZIONESENTAZIONE

        Tra le misure che le imprese devono adottare per garantire elevati livelli di sicurezza delle derrate alimentari un ruolo sicuramente prioritario è attribuito alla lotta ai parassiti.

        Topi, mosche, blatte, coleotteri e altri macro e micro parassiti trovano un ambiente favorevole all’interno delle aziende alimentari dove possono svilupparsi causando sia perdite economiche legate al consumo di alimenti ed alla riduzione della conservabilità, sia contaminazioni dovute alla diffusione di germi e miceti e/o alla deposizione di uova, feci, urine, direttamente sui cibi, sulle superfici di lavoro, i recipienti, le attrezzature, ecc....

        I nuovi Regolamenti del “Pacchetto igiene” hanno confermato l’importanza della lotta contro i parassiti per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza alimentare. In particolare, nel Regolamento CE n. 852/2004 sono individuati degli obblighi per le imprese mentre il Regolamento CE n. 854/2004 art. 4, punto 4, comma f, inserisce la lotta contro i parassiti tra le procedure messe in atto dall’impresa che devono essere oggetto di audit da parte del veterinario ufficiale.

        Dall’attività di vigilanza ma anche da colleghi che si occupano di autocontrollo presso le imprese è emersa la necessità di approfondire la tematica della lotta agli infestanti con l’obiettivo di superare la mera conformità documentale acquisendo quelle conoscenza di base in grado di consentire un’effettiva valutazione del rischio presente nelle diverse realtà e l’efficacia delle misure messe in atto per la prevenzione e la gestione.

        Dove andare a cercare, cosa cercare, capire cosa significa un riscontro (ad esempio la presenza di un coleottero piuttosto che una blatta) sono elementi di conoscenza indispensabili per identificare i problemi e proporre azioni preventive e correttive adeguate. Per venire incontro a queste esigenze, sulla base delle esperienze del gruppo di lavoro dell’ASL 8 di Chieri (TO) e grazie alla collaborazione di Alberto Laguzzi, un esperto che da anni si occupa con la propria impresa con passione e competenza di lotta agli infestanti sul campo, è stato realizzato questo piccolo vademecum che riporta in modo semplice la biologia dei più diffusi parassiti che si possono trovare nelle nostre imprese e le misure di controllo da adottare che l’AIVEMP ha deciso di proporre quale strumento di aggiornamento e consultazione per il controllore ufficiale ma anche come strumento per l’imprenditore che voglia essere in grado di valutare il lavoro svolto da una ditta esterna o gestire in proprio la lotta ai parassiti.

        Bartolomeo Griglio Coordinatore Ce.I.R.S.A. ASL 8 Chieri (TO)

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         1. INTRODUZIONE

        Ancora oggi numerosi imprenditori che operano nel settore agro-alimentare considerano il controllo degli insetti e degli animali indesiderati come una componente relativamente poco importante della propria attività e trascurano di inserirlo effettivamente tra i loro compiti o addirittura non lo contemplano affatto. Spesso ciò si verifica perché gli operatori, oltre a non conoscere i rischi specifici legati alla eventuale presenza di infestanti, non hanno avuto tempo o modo di apprendere le opportune strategie richieste per implementare programmi di controllo di animali indesiderati che siano efficaci e proficui. Appare quindi inevitabile che la medesima poca attenzione sia rivolta alla adeguata formazione del personale operante, che nella pratica quotidiana è direttamente coinvolto nell’applicazione di tali misure di controllo.

        Gli agenti infestanti sono animali che possono trovarsi in prossimità, sulla superficie o all’interno degli alimenti e costituiscono una fonte di microrganismi in grado di diffondere tossinfezioni o intossicazioni alimentari; per tale ragione è previsto dalla normativa vigente che questi siano tenuti lontani, mediante adeguati piani di lotta e controllo, da tutti locali destinati alla produzione, confezionamento, distribuzione e deposito di alimenti.

        Gli agenti infestanti più comuni sono:

        1) Roditori: ratti e topi;

        2) Insetti: mosche, vespe, scarafaggi, pidocchi, formiche; 3) Uccelli: soprattutto piccioni e passeri;

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        Questo manuale si propone di affrontare l’argomento con un approccio sistematico, fornendo gli strumenti per avviare, implementare, ottimizzare, mantenere effettivo e valutare un piano di controllo degli animali infestanti.

        Una lettura attenta fornirà una conoscenza sufficiente a realizzare programmi di controllo.

           -5-


         2. AGENDA

        IL PROBLEMA: AGENTI INFESTANTI

        • Caratteristiche generali e specie-specifiche e loro implicazioni nell’attività di

        controllo.

        LA SOLUZIONE: GESTIONE INTEGRATA DEGLI AGENTI INFESTANTI

        • Ottimizzare il controllo attraverso l’applicazione sistematica di conoscenze

        entomologiche e biologiche.

        VANTAGGI

        Apprendere la gestione integrata degli agenti infestanti permette di:

        • Avere alimenti più sicuri

        • Fornire un servizio migliore e aumentare il reddito;

        • Acquisire un vantaggio competitivo per l’acquisizione e il mantenimento di nuovi

        clienti;

        • Evitare il diffondersi di malattie;

        • Evitare la perdita di clientela;

        • Evitare la perdita di materiali;

        • Evitare danni provocati dal rosicchiamento, da parte dei roditori, di cavi elettrici o di

        tubazioni;

        • Rispettare le disposizioni di legge (i locali di vendita che costituiscono un pericolo

        per la salute pubblica, ad esempio per la presenza di roditori, possono venire chiusi dalle Autorità Competenti).

        -6-


         3. INSETTI

        3.1 INSETTI VOLANTI

         3.1.1. LE MOSCHE

        • Ordine: Diptera

        • Mosche come vettori meccanici

        • Ciclo biologico

        • Specie comunemente incontrate

        L’ORDINE DIPTERA

        • DI: Due – PTERA: Ali

        • Classe: Insetti

        • Phylum: Artropodi

        • Sono comprese mosche, zanzare, moscerini, ecc..

        • 120.000 specie conosciute su 1.000.000 stimate.

        • Raggruppate in circa 10.000 generi a loro volta raggruppati in circa 188 famiglie.

        • Uno dei quattro gruppi più numerosi di organismi viventi.

        • Componente maggiore di tutti gli ecosistemi non marini. Solo in Artide e Antartide

        non ci sono mosche.

        • Alcuni sono importanti animali da esperimento (Drosophila) e agenti di controllo

        biologico per erbe infestanti e altri insetti.

        • Notevole impatto economico legato alla loro contaminazione dei cibi e alla

        diffusione di malattie.

        LE MOSCHE COME VETTORI MECCANICI

        Vettore meccanico: Trasmette un patogeno (organismo che causa una malattia) che non dipende dal vettore per la riproduzione o lo sviluppo.

          -7-


        Le mosche si sviluppano e si nutrono su materiali ricchi di patogeni virali, batterici e parassitari.

        Diversi esperimenti dimostrano che più di 100 differenti specie di patogeni possono sopravvivere sulla superficie esterna delle mosche, nel loro apparato digerente e nell’emolinfa.

        Le mosche producono enzimi per sciogliere il loro alimento e defecano spesso mentre si nutrono, depositando patogeni attraverso le loro ghiandole salivari e il loro apparato gastro-intestinale, oltre a quelli lasciati per contatto.

        Le mosche sono implicate nella trasmissione di almeno 65 malattie umane e animali

        Dodici specie di mosche sono documentate in letteratura scientifica come ripetutamente associate a patogeni responsabili di tossinfezione alimentare come E.Coli, Salmonella e Shigella.

         La “sporca dozzina” di specie proviene da tre famiglie: mosche della frutta, mosche domestiche e mosche della carne.

         Altre sono implicate in malattie umane.(togliere)

         Tenere delle registrazioni contenenti il conteggio delle specie individuate può essere

        un utile strumento, per le industrie alimentari, per gestire il rischio di malattia derivante

        da una infestazione.

         Le abitudini malsane e il continuo movimento delle mosche le rendono uno dei

        principali problemi di malattia alimentare, più di tutti gli altri infestanti combinati insieme

         L’interesse e la cooperazione degli operatori aumenterà se essi saranno consci del fatto che le mosche non sono solo un problema estetico, ma un pericoloso vettore

        meccanico di malattia.

            -8-


        CICLO BIOLOGICO

        • Tutti i ditteri subiscono una metamorfosi completa (sviluppo da uovo a larva a pupa ad adulto) – Fig.1.

        • Questo ciclo può essere completato in appena 8-10 giorni dando vita a 3 generazioni ogni mese caldo con una media di 9 generazioni per estate.

        • Le misure di controllo durante le fasi di uovo, larva e pupa sono le più efficienti dal momento che la popolazione è concentrata all’interno di un’area limitata e inoltre completamente o relativamente immobile.

          UOVO

        LARVA

        • Praticamente invulnerabile agli insetticidi.

        • Immobile per 12-24h fino a quando la larva non comincia ad emergere.

        • Color crema, priva di zampe e senza un capo riconoscibile.

        • Vive in detriti organici del terreno, piante in vaso, vegetazione

        marcescente e animali in putrefazione.

        • Tre stadi di crescita separati da mute determinano le dimensioni

        dell’adulto.

        • Evita la luce.

        • Striscia in un ambiente asciutto, non lontano dall’area in cui si nutre, per

        diventare pupa.

        • Trascorre 4 giorni in uno stadio pre-pupale o migratorio prima di

        diventare pupa.

        • Occorrono almeno 3 giorni perché diventi pupa.

        Fig.1 – Ciclo biologico della mosca

            -9-


        PUPA

        ADULTO

        • Simile a un seme di color marrone in cui si sviluppa l’adulto.

        • Stazionaria, non si alimenta.

        • Praticamente invulnerabile agli insetticidi.

        • Occorrono almeno 3 giorni prima che l’adulto emerga dal vecchio

        involucro larvale e di pupa.

        • Si spinge fuori dalla pupa attraverso la contrazione di un organo simile alla vescica localizzato sul capo.

        • Apparato boccale privo di mandibole, adatto a succhiare o assorbire.

        • Utilizza enzimi rigurgitati per sciogliere i cibi solidi.

        • Si alimenta su escrementi, immondizia, liquame, animali morti, materiale

        organico in putrefazione e alimenti per l’uomo.

        • 2 – 24h: estende le ali.

        • 18 – 30h: in grado di accoppiarsi.

        • 4 – 8 gg: in grado di deporre uova.

        • Generalmente depone le uova in materiale organico umido e in

        putrefazione.

        • Può deporre grappoli di 75 – 150 uova ogni 3 o 4 giorni.

        • Durante il suo ciclo vitale produce una media di 500-600 uova ma può

        produrne più di 2000.

        • L’elevata capacità riproduttiva unita ad un’ampia variabilità genetica gli

        consente di sviluppare una resistenza agli insetticidi.

        • Sopravvive circa 1 mese.

        • E’ attratto da cibo, umidità, odori, luce, contrasti visivi e strutturali, colori,

        ripari da eventi atmosferici.

        • Presenta fototropismo (attrazione per la luce) che è massimo alla

        lunghezza UV di 365 nm (utilizzata per le trappole)

            SPECIE COMUNEMENTE INCONTRATE

        IDENTIFICAZIONE:

        L’identificazione delle varie specie di mosche permette di conoscere:

        • La localizzazione delle zone di deposizione e procreazione e di conseguenza il dispiegamento di trappole o agenti chimici.

        • Tipi di trappole, esche, feromoni, o agenti chimici da impiegare.

         - 10 -


        MOSCA DOMESTICA (musca domestica)

        • Specie più comune ed abbondante.

        • In grado di volare per un paio di km o più.

        • Rappresenta uno dei principali problemi economici per i

        prodotti lattiero-caseari come vettore di mastite.

        • Prolifica soprattutto all’esterno su feci animali, immondizia,

        materiale organico in putrefazione.

        MOSCA DELLA CARNE (Sarcophaga spp.)

        • Simile alla mosca domestica ma più grande.

        • Prolifica soprattutto all’esterno su carni e carcasse animali

        • Quando prolifica all’interno predilige carcasse di roditori o

        uccelli morti.

        FAMIGLIA CALLIPHORIDAE (Pollenia rudis)

        • Più grande della mosca domestica.

        • Parassita dei vermi di terra.

        • Prolifica all’esterno in prati e campi.

        • Si introduce negli edifici in autunno per ibernare.

        MOSCONE DELLE CARNI (Calliphora vomitoria)

        • Colore blu/verde metallico.

        • Fra le prime a posarsi sulle carcasse in decomposizione.

        • Prolifica più spesso all’esterno in contenitori

        dell’immondizia (il luogo più frequente in cui si possono trovare le larve) oppure all’interno su roditori o uccelli morti, su vegetali marci in dispensa o immondizia trascurata.

        FAMIGLIA PHORIDAE (Megaselia spp.)

        • Specie più frequente nelle cucine dei ristoranti.

        • Ampia varietà di siti riproduttivi: fogne, canali di scarico rotti, contenitori dell’immondizia, carne e vegetali in decomposizione, terreni di piante in vaso eccessivamente

        irrigati, fiori freschi in vaso, scope sporche, feci animali.

        • Le azioni di controllo prevedono l’uso di protezioni per fognature, aperture del pavimento e aperture per il ricircolo

        dell’aria.

                                     - 11 -


        FAMIGLIA DROSOPHILIDAE (Drosophila Spp.) 

        • Gli adulti sono delle minuscole mosche di circa 3 mm, con grandi occhi rossi; sono attratti dalla luce.

        • Le larve di forma conica si sviluppano sulla superficie dei materiali in fermentazione.

        • Il ciclo dura 15 giorni in condizioni ottimali e si possono avere fino a 20 generazioni in un anno.

        • Possono chiamarsi in diversi modi a seconda delle sostanze attaccate: moscerini della frutta, dell’aceto, del vino, del mosto, ecc..

              - 12 -


        3.1.2. CONTROLLO INTEGRATO DELLE MOSCHE A. OPERAZIONI PRELIMINARI

        RACCOLTA DEI CAMPIONI

        • Una raccolta iniziale di campioni può essere effettuata senza grosse spese utilizzando esche adesive, trappole a vibrazione o esche morte sui davanzali.

        • Per attirare gli insetti può essere utilizzato aceto, banane o mele. I feromoni possono essere efficaci per alcune specie.

        • Per ottenere un controllo efficace e raccogliere maggiori informazioni occorrerebbe disporre di trappole luminose da piazzare nelle aree critiche.

        IDENTIFICAZIONE DELLE SPECIE PRESENTI E DELLE AREE DI MAGGIORE ATTIVITA’

        • Effettuare una stima preliminare della distribuzione spaziale e della gravità dell’infestazione per ogni specie.

        ASSEGNARE DELLE PRIORITA’ DI ISPEZIONE ALLE AREE SULLA BASE DEI RISULTATI DEL MONITORAGGIO

        • Le abitudini e la distribuzione spaziale delle varie specie dovrebbero suggerire le aree prioritarie da ispezionare per la sanificazione e la risoluzione dei problemi.

        B. PREVENZIONE

        FONTI DI ATTRAZIONE

        Potenziali fonti di nutrimento per adulti e femmine in deposizione

        • Accumuli di particelle di cibo in fessure nelle aree di lavorazione, cottura, servizio e consumo.

        • Frammenti e particelle di cibo dietro e sotto le attrezzature.

        • Alimenti non correttamente conservati.

        • Aree e contenitori per rifiuti non adeguatamente sanificati.

        • Fognature e tubi di scarico non adeguatamente protetti.

        • Sangue ristagnante negli scarichi nelle aree di lavorazione delle carni. - 13 -

                

        Siti di

        • • • • • •

        Illuminazione esterna e interna o trappole per insetti luminose orientate verso le entrate.

        riproduzione esterni

        Applicazioni agricole di letame.

        Residui di fertilizzanti.

        Frutta, verdura e sottoprodotti scartati dagli imballi. Erba concimata e foglie potate.

        Mucchi di terra.

        Pollai, porcilaie, granai, mangimifici o zoo adiacenti.

        • Residui su utensili riciclabili.

        • Attrezzature per alimenti difficili da pulire.

        • Trappole trascurate contenenti roditori o insetti in decomposizione.

        • Vasi per piante eccessivamente annaffiati o marce.

        • Vaschette di scarico per refrigeratori.

        • Fessure verticali.

        • Pozze di condensa sotto i refrigeratori.

        • Detriti organici e vegetazione esterna. Sono inoltre attratte da:

        MINIMIZZARE LE FONTI DI ATTRAZIONE Sanificazione: aree rifiuti

        • Pulire i contenitori dell’immondizia.

        • Utilizzare contenitori per rifiuti con coperchi idonei.

        • Utilizzare sacchetti di plastica per pattumiere sigillabili.

        • Rimuovere regolarmente i residui accumulati nelle fessure dei contenitori per l’immondizia.

        • Pulire e disinfettare i locali per l’immondizia con cadenza settimanale.

        • Pianificare una regolare pulizia ad alta pressione o con l’uso di vapore dei locali,

        contenitori e attrezzature a contatto con rifiuti.

        • Ispezionare e pulire i residui sul fondo e dietro i contenitori dei rifiuti con cadenza settimanale.

         - 14 -


        • Interrare, eliminare o disperdere le feci animali all’esterno ad essiccare (le larve necessitano di umidità o terreni semi-liquidi per nutrirsi).

        • Incrementare la raccolta dell’immondizia a due volte alla settimana per minimizzare la migrazione di larve.

        • Allontanare il più possibile i contenitori dell’immondizia dai punti di accesso.

        • Assicurarsi che i contenitori per rifiuti restino aperti il meno possibile.

        Sanificazione: aree di manipolazione degli alimenti

        • Mantenere la pulizia di superfici, attrezzature e interstizi.

        • Disporre di contenitori sigillabili per scarti e immondizia. o bevande(togliere).

        • Minimizzare l’esposizione di alimenti.

        • Una pulizia meccanica approfondita di scarichi e attrezzature per alimenti deve essere combinata con l’applicazione di una delle possibili soluzioni biologicamente attive ideate per questo tipo di siti riproduttivi. Trattamenti intensi con candeggina a cadenza settimanale possono essere utili.

        Sanificazione: aree esterne

        • Prosciugare, pavimentare o sigillare le aree dove si accumulano detriti organici.

        • Eliminare i detriti organici e la vegetazione in decomposizione.

        • Mantenere un’adeguata fognatura. Illuminazione

        • Indirizzare l’illuminazione lontano dalle porte.

        • Non piazzare lampade direttamente sopra porte o finestre.(pallino nero!)

        PUNTI DI ACCESSO

        Protezioni o sigilli mancanti/inadeguati/deteriorati per:

        • Porte

        • Finestre • Lucernari • Sfiati

         - 15 -


        MINIMIZZARE I PUNTI DI ACCESSO

        • Dotare di un’adeguata protezione tutte le finestre, le porte di servizio e di entrata, sfiatatoi, lucernari..

        • Favorire il ricambio dell’aria attraverso aperture permanentemente protette piuttosto che attraverso le porte.

        • Assicurarsi che i dispositivi di chiusura delle porte

         Installare delle doppie porte di entrata (anticamera) negli ingressi a elevata percorrenza.

        • Le protezioni alle porte devono aprirsi all’esterno ed essere dotate di sistemi di chiusura rapida.

        • Affiggere dei cartelli in cui si ricorda di chiudere le porte.

        • Installare delle tende alle entrate che devono restare aperte.

        • Ispezionare la merce in entrata, i prodotti, i pallet in legno, le piante da interno.(pallino nero!)

            - 16 -


        C. ELIMINAZIONE

        TRAPPOLE LUMINOSE Caratteristiche

        • Esercitano un’efficace attività di controllo.

        • Limitano l’utilizzo di agenti chimici pericolosi e lo sviluppo di resistenze agli

        insetticidi.

        • Sono efficaci verso la maggior parte degli insetti pericolosi per la salute umana: mosche 

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